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Il telaio in bambù

L’evoluzione tecnologica contribuisce al miglioramento della bicicletta. In pochi anni, si è passati dai telai in acciaio speciale, all’alluminio, fino alla grande diffusione del carbonio (materiale composito, utilizzatissimo in svariati campi, che consente di ottenere molti vantaggi). Forse nessuno si sarebbe immaginato che, per realizzare un telaio di biciletta, sarebbe stato possibile impiegare non solo materiali naturali (anche i minerali lo sono), ma rinnovabili: le piante.

Si perché alcuni costruttori, hanno già realizzato dei telai, sia di bicicletta da corsa, che da mountain bike, in bambù.

Telaio in bambù

Circuito dei Parchi 2013

Circuito dei Parchi

Sport100.it collabora con l'organizzazione della VII Edizione del Circuito dei Parchi (5° Trofeo Palazzetto delle Aste), Manifestazioni non competitive di Mountain Bike aperte a tutti

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Bici da corsa e freni a disco

Un'altra innovazione molto importante, che fino ad ore solamente due aziende produttrici di biciclette da corsa hanno presentato, complice anche il fatto della non conformità rispetto alle attuali normati dell'UCI (unione ciclistica internazionale), è rappresentata dall'impianto frenante a disco montato sulla bicicletta da corsa. Numerosi sono i detrattori, ma anche chi è entusiasta di provare sul campo questa novità. Aspettando di poterla vedere impegnata nelle competizioni, quale sarà il suo futuro?

 

Bici da corsa con freno a disco

CICLISMO - La preparazione invernale (2) - Page 2
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CICLISMO - La preparazione invernale (2)
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Il secondo periodo. Le distanze aumentano

E' anche possibile, tra i due periodi, staccare la spina per un attimo concedendosi una settimana di "scarico".
In questa settimana ci si allenerà comunque, ma ad una intensità nettamente inferiore, con lo scopo di consentire il recupero completo delle energie spese per affrontare la prima parte.

In questa fase si introduce il lavoro di interval training nella preparazione del ciclismo.
Quello che forse erroneamente viene accostato solamente alla corsa, è un ottimo allenamento se applicato al ciclismo, in quanto è uno sport a componente aerobica, ma anche anaerobica lattacida.

Interval training

Si tratta si inserire, durante le uscite, un numero di ripetute variabile dalle 4 alle 6, della durata variabile dai 10 ai 20 minuti (10 minuti per le prime volte e poi, in base al principio della progressività del carico, aumentare). 
Durante le ripetute, entra in gioco lo strumento del cardiofrequenzimentro. Dato che non tutti possono misurare il massimo consumo di ossigeno VO2max, poter conoscere la frequenza cardiaca è un importante per determinare il grado di sforzo fisico che si sta sostenendo.

Durante le ripetute è bene mantenere un numero di pulsazioni in modo da rimanere intorno alle 150 circa.
Una volta terminata ciascuna ripetuta, bisogna recuperare per qualche minuto durante i quali la frequenza cardiaca deve ritornare intorno ai 120 bpm, e rimanervi per un periodo variabile dai 5 a 10 minuti circa. (Durante le pause, più migliora la condizione fisica e meno deve durare il la pausa di recupero).

La capacità lattacida nel ciclismo

La capacità lattacida nel ciclismo, si allena attraverso lunghe ripetute, della lunghezza anche di 15 chilometri, con intensità superiore alla soglia anaerobica:

dovete cercare di creare una situazione nella quale l'acido lattico prodotto dalla muscolatura per unità di tempo, sia talmente elevato da non riuscire ad essere smaltito. Conseguentemente si accumula nelle fibre muscolari. Un elevato accumulo può anche causare il blocco della contrazione muscolare.

Durante il periodo di recupero, in questi casi molto lungo, l'agilità della pedalata permetterà al sistema cardio circolatorio, attraverso il sangue, di trasportare l'acido lattico lontano dalla cellula verso altri organi, quali il fegato, dove l'acido lattico verrà smaltito e riconvertito in glucosio.

Sviluppare la capacità lattacida è importantissimo:

  • In prima istanza permette di alzare la soglia anaerobica;
  • secondo permette alla fibra muscolare di sviluppare le strutture che gli consentono di lavorare con elevata concentrazione di acido lattico;
  • terzo innesca gli adattamenti che permettono alla fibra muscolare di velocizzare il recupero dopo un notevole accumulo di acido lattico.


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