Il mondo della mountain bike. Un mondo fatto di ricerca e innovazione
Sin dai suoi esordi, la mountain bike ha rappresentato una tipologia di bicicletta estremamente innovativa. Nata a sua volta come una evoluzione, apportando numerose modifiche ad una bicicletta tradizionale, ha percorso una evoluzione tecnologica e stilistica degna forse degli autoveicoli e motoveicoli da competizione o comunque di alta gamma. Pur potendo sembrare la bicicletta in se come un mezzo di trasporto molto semplice, cela infatti numerosi elementi di raffinatezza, di alta tecnologia e stile.
Da circa venti anni poi, non è raro che la prima bicicletta posseduta sia proprio una mountain bike. E dalla fine degli anni ottanta, primi anni novanta, che le prime mountain bike si affacciarono sul mercato italiano. In quegli anni molte persone ne rimasero subito affascinate, anche se a prima vista potevano sembrare delle biciclette molto scomode (per la pesantezza del telaio, per le ruote larghe e anche per la posizione di guida), ma comunque molto pratiche, sopratutto per chi abitava in campagna, perché poteva percorrere qualsiasi tipo di terreno senza troppa paura di forature e danni al telaio.
Nel corso degli anni i miglioramenti su quasi tutti i fronti sono stati numerosi, sia dal punto di vista meccanico che dal punto di vista estetico, ma anche funzionale. Per citarne qualcuno, l’evoluzione subita dagli impianti frenanti, passando dai sistemi cantilever al più recente e potente impianto V-brake o ancora i freni a disco con comandi idraulici, che rendono le mountain bike molto simili a delle moto.
Se sulle prime mountain bike avere una moltiplica con sei rapporti era un lusso, ora sul mercato vengono commercializzate moltipliche da nove o addirittura dieci rapporti. Il materiale e le geometrie del telaio, si è passati dall'acciaio, all'alluminio fino all'attuale fibra di carbonio, ancora dai telai con forcella rigida all'utilizzo della forcella ammortizzata fino alla possibilità di acquistare una mountain bike con ammortizzatore posteriore.
Insomma, della mountain bike si sperimenta tutto, e non ci si limita alla sola bicicletta. Si sperimentano nuove metodologie di allenamento, l'abbigliamento e l'equipaggiamento specifico, le tecniche di guida, tanto che dalla mountain bike classica sono nate nuove discipline sportive ad essa connesse, come il cross country, il downhill, il freeride, il four cross.
Queste sono tutte discipline che possono anche non avere nulla in comune, se non forse il fatto di utilizzare biciclette che, nella loro evoluzione tecnica si ispirano alla prima mountain bike costruita e l'utilizzare ruote di grandi dimensioni con pneumatici tassellati.
Si perché se nel cross country si può sacrificare il comfort di guida per la ricerca della massima leggerezza del telaio e alla più redditizia posizione in sella, nel marathon si cerca un maggior comfort per affrontare percorsi di maggior kilometraggio, fino al downhill, dove le biciclette devono essere robuste ma molto maneggevoli, equipaggiate di ammortizzatori dalle notevoli escursioni ed impianti frenanti molto potenti.
La nascita della mountain bike
Era il lontano 1933, quando negli Stati Uniti un immigrato tedesco, Ignaz Schwinn avviò la produzione e la commercializzazione della schwinn Excelsior. Per la sua robustezza, la bicicletta venne adottata dai fattorini che consegnavano i giornali a domicilio. Fu proprio questo il modello di bicicletta che maggiormante si prestava, proprio grazie alla sua robustezza, ad essere utilizzata nelle gare di discesa lungo i pendii delle brulle colline californiane.
Erano gli anni 70, quando sulla scena entra Gary Fisher (nella foto a fianco), una leggenda della mountain bike. Egli praticava ciclismo su strada e sembrerebbe sia anche stato un tantino anticonformista (venne addirittura squalificato dalle gare nel 1968 perché aveva i capelli troppo lunghi). Riammesso a partecipare alle gare nel 1972, nel 1974 apporta delle modifche la sua schwinn excelsior per quanto riguarda l’impianto frenante e il cambio utilizzando del materiale di scarto (junk, spazzatura) recuperato da meccanici ciclisti e dalle moto da cross.
Fu così che anche Gary Fisher partecipò alla “Repack downhill race”, una gara organizzata a Marin County, in California.
Le biclette mountain bike, abbreviate MTB o ATB (All Terrain Bike, bicicletta adatta per ogni terreno), sono biciclette progettate principalmente per sopportare lo stress imposto dalla percorrenza, anche a ritmi molto sostenuti, di percorsi fuoristrada anche particolarmente accidentati. Dalla nascita della prima mountain bike che, abbiamo visto, essere una semplice bicicletta regolarmente in commercio, ma molto rubusta nel telaio e nei componenti, alle attuali biciclette sono state apportate innumerevoli modifche che vanno dal telaio alla componentistica e, anche per tutto quello che concerne gli accessori per i rider e gli utilizzi.
Gary Fisher, nel 1988 è stato inserito nella "mountain bike hall of fame" e nel 2000, la rivista outside lo ha inserito nello speciale elenco delle 50 persone che più hanno lasciato la propria impronta nello sport.
Ciclisti, innovatori e imprenditori
Ma non solo Gary Fisher è stato il padre della mountain bike. Perché anche se la mountain bike non è proprio nata dal nulla, quella Schwinn Excelsior ha trovato la mentalità geniale e la voglia di sperimentare di ciclisti quali Tom Ritchey, Jobst Brandt, Joe Breeze. Queste persone, all'epoca ragazzi che praticavano il ciclismo su strada anche con ottimi risultati, furono attratti dalle discese lungo i pendii californiani a tal punto che, per cercare il miglioramento delle proprie performance in quelle competizioni, dedicarono le loro risorse e il loro genio alla ricerca di migliorie da apportare al telaio per potere controllare meglio il mezzo alle alte velocità: ed ecco le modifiche ai freni, al telaio.
Tutto questo fino al punto da diventare veri e propri imprenditori fondando le prime imprese che costruivano mountain bike. Gary Fisher, insieme a Charlie Kelly, l'organizzatore della Repack downhill race e suo compagno di stanza fondò l'azienda MountainBike, il cui costruttore di telai, Tom Ritchey, qualche anno dopo fondò una propria azienda che portava il proprio nome.
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