Da seduti o in piedi sui pedali?
Quando si affronta la salita, è meglio rimanere seduti, oppure salire in piedi mantenendo come unico contatto tra noi e la bicicletta i piedi sui pedali e le mani sul manubrio?
In genere le salite più impegnative sono affrontate alzandosi in piedi sui pedali. In questo caso il peso del corpo è tutto sulle gambe e si riduce l'impegno muscolare. Pedalare in piedi è più dispendioso dal punto di vista energetico, nonostante si sfrutta il peso del corpo per spingere sui pedali, non si riesce comunque a mantenere l'andatura per lunghi tratti. Viene automatico che, nelle lunghe salite, si ritorna nella posizione da seduto.
La difficoltà della salita. Il grado di intensità della salita è essenzialmente funzione di due parametri:
- lunghezza;
- grado di pendenza della salita stessa.
Altre variabili possono essere sicuramente il fondo stradale e le condizioni meteo che comunque si sommano a lunghezza e pendenza per determinare quanto sia difficile ed impegnativa quella salita.
In genere, ci si alza in piedi per imprimere maggiore forza sui pedali, proprio perché è possibile scaricare su di essi, oltre alla forza erogata dalla muscolatura, anche il peso del corpo. Grazia anche alla coordinazione tra i movimenti del busto e degli arti inferiori e della pedalata stessa, è possibile incrementare il livello di forza impressa (per intenderci quando si pedala spostando il busto verso destra e verso sinistra).
E' chiaro che non è possibile mantenere la posizione per un lungo periodo di tempo (altrimenti si pedalerebbe soltanto stando in piedi e le biciclette non avrebbero la sella), infatti si sale in piedi per scattare, quindi erogare un elevato grado di forza, ma per un periodo di tempo limitato.
La posizione in piedi è utile quindi per scattare anche in salita
Spezzare la monotonia
Alzarsi in piedi sui pedali per percorrere brevi tratti, può anche essere utile dal punto di vista psicologico per trovare la motivazione ad affrontare una lunga salita. Durante le salite lunghe e impegnative, può capitare che la fatica sembra voglia avere la meglio su di noi. Alternando brevi tratti seduti a brevi tratti in salita aiuterà a spezzare la monotonia.
Alcuni ciclisti addirittura, se le condizioni fisiche lo permettono, durante il tratto in piedi cambiano rapporto utilizzando quello immediatamente più lungo rispetto a quello che normalmente utilizzano da seduti (ma se l'energia nei muscoli incomincia a scarseggiare e i segni della fatica incominciano a farsi sentire è difficile da fare).
Scegliere il giusto rapporto: l'importanza dell'agilità
Il rapporto deve permettere di mantenere una cadenza di pedalata abbastanza elevata. A meno che non ci si sta allenando per incrementare la forza, è meglio evitare di pedalare con un rapporto pesante e mantenere una frequenza bassa porterebbe ad un affaticamento precoce. In salita bisogna mantenere una frequenza di pedalata che permetta di essere fluidi, continui e lineari nell'azione.
Se la fatica è tale da non permettere ai muscoli di smaltire la notevole quantità di acido lattico prodotto, ci si può affaticare talmente tanto da compromettere irrimediabilmente la performance, oltre a rischiare, nei casi limite, il crollo fisico total e il conseguente stop.
Questione di testa: le salite... "roba da duri"?
Le salite sono molto importanti. Affrontarle non è solo una questione di gambe, ma anche di testa.
La salita in gara incomincia molto prima: incomincia infatti dagli allenamenti. Se in allenamento non avete paura di affrontarle, le andate a cercare per percorrerle consapevoli del fatto che la fatica fatta verrà ripagata, forse sarà il metodo migliore per affrontare una salita in gara.
Bicicletta da strada vs mountain bike: modi differenti per affrontare la salita
Ovviamente ci sono delle differenze nell'affrontare le salite a secondo se si cavalca una bicicletta da strada o una mountain bike.
Con la bicicletta da strada, in genere:
- le salite sono lunghe, meno ripide rispetto alla mountain bike (dove in alcuni casi sono talmente ripide che si devono affrontare con la bicicletta a mano);
- il fondo è rappresentato da asfalto (quindi il grip offerto dal pneumatico posteriore è sempre ottimale e non ci sono rischi che la ruota slitti).
In mountain bike il percorso può presentare salite sia lunghe che corte, alternandosi a discese in modo da formare vorticosi e tecnici saliscendi.
Possono essere più o meno ripide. Alcune volte è necessario scendere e condurre la bicicletta a mano.
Il fondo può essere sia di asfalto che sabbia, terra, fango, foglie, neve e anche ghiaccio. E' necessario trovare il giusto rapporto per mantenere una cadenza di pedalata ottimale: meglio agile per non affaticare troppo i muscoli. Nella mountain bike è importantissima la tecnica perché può capitare che improvvisamente la ruota posteriore perda aderenza: è quindi ideale spostare il peso del corpo all'indietro per permettere un grip migliore.
Non è raro che, sopratutto durante le pedalate in gruppo o nella gare, quando ci si trova ad affrontare un ripido e stretto sentiero, il biker davanti ha uno stop improvviso che ci può far perdere il ritmo di pedalata senza riuscire a riprenderlo. In questi casi il rischio più grosso è di non riuscire a staccare la clip della scarpetta dal pedale, perdere l'equilibrio e finire per terra.
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