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ALIMENTAZIONE - La piramide ambientale (o piramide alimentare invertita)

La piramide alimentare è una curiosa rappresentazione presentata negli anni 70 negli Stati Uniti. Da quel momento è anche stato coniato il termine dieta mediterranea.
Se osserviamo la piramide osserviamo che, ogni stadio contiene degli alimenti da consumare: più è vasta la superficie di quel determinato stadio, più si consiglia il consumo di quell'alimento. Gli stadi posti più in alto, hanno una superficie ridotta, conseguentemente gli alimenti in essi contenuti, devono essere consumati via via sempre più raramente.

In questi anni, dove le persone stanno prendendo più coscienza della propria salute, ma anche della salute dell'ambiente in cui vivono (che poi alla fine sempre si tratta di fare bene a se stessi).
E' ormai più che risaputo che per produrre qualsiasi cosa si consumano energia e risorse. Anche per produrre alimenti, vengono impiegate molte risorse che vanno dagli ettari di suolo consumati (magari abbattendo delle superfici di foresta), alla quantità di anidride carbonica immessa nell'atmosfera (dovuta a tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, quindi non solo alla produzione, ma anche a consumo), alla quantità di acqua consumata.

Il chilometro zero

Si parla molto del "chilometro zero", cioè la preferenza a consumare alimenti prodotti il più vicino possibile al consumatore per avere sostanzialmente tre vantaggi:

  • una maggiore freschezza, in quanto il tempo che passa dalla raccolta al consumo viene notevolmente ridotto;
  • un minore impatto ambientale, sopratutto in termini di minore consumo di energia per il trasporto e la relativa immissione nell'atmosfera di anidride carbonica (CO2);
  • una maggiore tracciabilità. Posso più facilmente conoscere il nome del produttore e, conseguentemente sapere se esso non arreca ulteriori danni all'ambiente o sullo sfruttamento della manodopera. A tal proposito ricordatevi che, per produrre alcuni alimenti, vengono distrutte le foreste tropicali (sopratutto per produrre olio di palma, quindi quando fate la spesa, controllate negli ingredienti se è presente o meno questo).

 

Qualche termine
  • Carbon footprint: stima la quantità di anidride carbonica emessa per tutto i l ciclo di vita del prodotto;
  • Water footprint: calcola l'acqua consumata o inquinata;
  • Ecological footprint: indica gli ettari di terreno necessari per rigenerare le risorse consumate e per assorbire i rifiuti prodotti.

La piramide invertita (o piramide ambientale)

Ma oltre al concetto del chilometro zero, alcuni ricercatori hanno proposto una ulteriore piramide alimentare. Questa piramide è, casualmente invertita rispetto alla piramide alimentare tradizionale, di cui abbiamo sempre sentito parlare.

Chi si è occupato di questa curiosa, ma molto interessante ricerca, è il Life Cycle Assestment Food Database, del ministero della Pesca e dell'Agricoltura danese, che ha fornito i dati, poi elaborati dai ricercatori del Barilla Center for Food & Nutrition di Parma.

Nella piramide rovesciata viene rappresentato l'impatto ambientale dell'alimento. Ma parlare di impatto ambientale è abbastanza riduttivo, in quanto i fattori che devono essere considerati, per determinare l'impatto ambientale sono molteplici e, quasi sempre difficili da determinare con certezza.

La piramide alimentare tiene solamente conto della Ecological footprint (quindi degli ettari di terreno che quel determinato alimento richiede per essere proidotto). Non comprende la water footprint, perché per molti prodotti è ancora difficile stimarla , sopratutto per i prodotti della pesca.
Per quanto riguarda la carbon footprint, la difficoltà nel calcolo sta nel fatto che, l'energia elettrica consumata viene prodotta da differenti fonti a seconda dei vari paesi: in Italia si sfrutta sopratutto il gas, in Francia dal nucleare, in Germania dal carbone.

Le due piramidi affiancate

Proprio perché invertita, è interessante analizzarla affiancando le due piramidi. Si scopre che, la maggior parte dei cibi di cui è più salutare il consumo, cioè quelle che dovremmo mangiare più spesso, sono anche quelli che hanno un minore impatto ambientale.

Dal basso verso l'alto della piramide incontriamo alimenti quali:

  • frutta e ortaggi (freschi e di stagione) e patate, alimento ricco di energia, grazie alla grande quantità di amido contenuta in esso;
  • il pane, la pasta, il riso e i biscotti (alimenti derivati dai cereali o egli stesso un cereale, il riso) ed il latte;
  • uova, dolci, yogurt, legumi;
  • carni bianche e l'olio;
  • pesce e formaggi;
  • le carni rosse

In definitiva, l'impronta ecologica della dieta mediterranea, risulta essere meno della metà rispetto alla tipica dieta degli Stati Uniti (elevato consumo di carne, dolci e dolciumi, alimenti ricchi di zuccheri raffinati)

Piramide alimentare e piramide ambientale a confronto

Qualche dato

Ad esempio,

  • per produrre un chilogrammo di formaggio, vengono emessi circa 9 chilogrammi di CO2 e consumati circa 5 mila litri di acqua;
  • per produrre un chilogrammo di yogurt, viene emesso circa un chilogrammo di CO2 e consumati circa mille litri di acqua;
  • il 18% delle produzione di gas serra a livello mondiale, deriva dall'allevamento di bestiame;
  • il 40% delle aree agricole disponibili viene utilizzato per produrre alimento per il bestiame. Questo è un dato molto importante, ed è un discorso che farà felice i nostri amici animalisti: è inutile sprecare risorse per ottenere una quantità di calorie con l'allevamento di bestiame, quando per ottenere la stessa quantità di calorie posso utilizzare molte meno risorse per coltivare delle piante. L'allevamento è energivoro e "risorsivoro". Infatti, gli animali da allevamento si nutrono prevalentemente di foraggio e cereali. Sopratutto i cereali, è un po' un controsenso farli mangiare agli animali quando potremmo mangiarli direttamente noi, per trarne tutte le sostanze nutritive di cui abbiamo bisogno.
    Si potrebbe pensare alle proteine. Ma è dimostrato che, il consumo equilibrato tra cereali e legumi, fornisce tutti gli aminoacidi di cui l'organismo umano ha bisogno. E non è solo una questione di sensibilità verso gli animali o verso l'ambiente: è anche una questione economica, perché la carne è più costosa.

Quindi, per avere un comportamento maggiormente eco-compatibile prevede, come previsto anche da una dieta maggiormente salutare, di preferire il consumo di yogurt al consumo di formaggio.

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