La sensazione di fatica tende a sorgere quando l'esercizio fisico si prolunga nel tempo. Fondamentalmente la fatica è un fattore soggettivo, strettamente dipendente dai fattori psicologici di una persona.
La fatica è un disagio, il quale può essere avvertito in modo differente da individuo a individuo.
Essenzialmente, si identificano tre fattori che determinano l'intervento della fatica:
- Esaurimento delle scorte di CP;
- Esaurimento del glicogeno;
- Accumulo di acido lattico.
Esaurimento delle scorte di CP
La CP (fosfocreatina) è un composto in grado di produrre ATP, tamponandone il consumo nei primi secondi dell'esercizio. Il suo esaurimento concorre alla sensazione di fatica.
Esaurimento del glicogeno
Il glucosio viene immagazzinato nel fegato e nei muscoli sotto forma di glicogeno. Il glicogeno è un polisaccaride del glucosio, cioè formato da lunghe catene di molecole di glucosio ed acqua (ogni grammo di glucosio è legato a 2,7 grammi di acqua. Per questo è importante bere quando si consumano carboidrati nel pasto successivo la performance sportiva, per consentire un migliore reintegro delle scorte di glicogeno).
Durante l'esercizio intenso, ma protratto nel tempo (ad esempio competizioni di endurance quali: maratona, la marcia, triathlon, prove di ciclismo su strada, nuoto, sci di fondo), le riserve tendono ad esaurirsi. Via via che le scorte vengono consumate, incomincia a sorgere la sensazione di fatica.
Accumulo di acido lattico
Sforzi di breve durata, e ad alta intensità (come ad esempio le prove della velocità prolungata ed di mezzofondo veloce nell'atletica leggera), impiegano come fonte energetica il glucosio, attraverso il meccanismo della glicolisi anaerobica. Viene prodotta una grandissima quantità di acido lattico nell'unità di tempo, quantità che non riesce ad essere smaltita e che quindi si accumula nella cellula muscolare: se si accumula in grandi quantità arriva a bloccare la contrazione muscolare.
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