Si chiama proprio rana perché i movimenti ricordano la nuotata del simpatico animaletto anfibio.
La rana, a differenza da quanto si possa pensare, è uno stile molto complesso.
Di tutti e quattro gli stili (crawl, delfino, dorso, rana), è lo stile più lento.
La caratteristica importante di questo stile è, che a differenza degli altri, la propulsione del nuotatore è, per il 70% a carico degli arti inferiori. Le braccia si muovono sempre sotto la superficie dell'acqua (altra caratteristica che differenzia la rana dagli altri stili), e il movimento braccia-gambe, deve essere coordinato per evitare di ostacolare l'avanzamento.
Esecuzione tecnica
Gli agonisti devono lavorare molto per affinare la propria esecuzione dello stile rana, per rendere la nuotata efficace dal punto di vista del rendimento.
Esecuzione elementare
Se, per gli agonisti, la rana è uno stile particolarmente complesso, che richiede velocità e coordinazione, può invece risultare uno stile molto comodo per chi si cimenta nel "nuoto turistico". Facile sopratutto perché non è necessario immergere la testa nell'acqua, quindi la respirazione può anche non essere coordinata ai movimenti di braccia e gambe (oltre al fatto che non immergendo la testa rende inutile indossare gli occhialini, e risparmia dal bagnarsi il capo!!!).
L'esecuzione dello stile per gli agonisti si arricchisce di elementi di complessità: il nuotatore deve attenersi a delle regole ben precise per quanto riguarda la corretta esecuzione dello stile, pena addirittura la squalifica dalla competizione.
Queste regole riguardano:
- durante al fase della virata, prima del tocco sul bordo della vasca, la testa può essere immersa, purché prima del tocco o della fine del ciclo che comprende l'azione di braccia e gambe, rompa anche per un solo istante, la superficie dell'acqua;
- durante ogni singolo ciclo (che comprende un movimento di gambe e un movimento di braccia), una parte della testa del nuotatore deve rompere la superficie ed uscire dall'acqua.
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